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A

Acquadelle: particolarmente diffuse nell’alimentazione romagnola di tradizione povera, le acquadelle sono piccoli pesci di color argenteo. In genere vengono consumate fritte e mangiate con le mani.

Albana: primo vino italiano a ottenere la DOCG, l’albana è un antico vitigno autoctono a bacca bianca, da cui si ricava un ottimo vino dolce, viene anche vinificato anche nella tipologia secco, spumante e passito.

Albicocca: quella di Romagna è in attesa del marchio IGP. Frutto di importazione (America), l’albicocca è ricca di potassio e carotene e viene coltivata in Romagna dal 1870.

Alchermes: usato per colorare e aromatizzare i dolci romagnoli, quali ciambella, biscotti, zuppa inglese e pésche, l’alchermes è liquore a base di alcool, acqua di rose, zucchero e vaniglia aromatizzato con spezie come cannella, coriandolo, chiodi di garofano, cocciniglia, cardamomo e fiori di anice.

Aringhe: tipo di pesce diffusissimo nella cucina povera, le aringhe venivano appese al muro e vi si passava sopra una fetta di pane per farle prendere l’odore.

Asparagina selvatica: è più minuta, sottile e allungata dell’asparago normale, ha un sapore più intenso e amaro, che esalta frittata e pasta. È una prelibata risorsa primaverile, che cresce spontanea in collina, in campagna e nelle pinete.

Asparago dei boschi: consumato cotto a vapore, nei sughi, nelle frittate e anche sott’olio. Cresce spontaneo a primavera, in collina e in riviera. È molto più carnoso dell’asparagina selvatica e presenta un colore verde, rossastro, dal sapore intenso e aromatico, quasi dolciastro.

B

“Basotti”: minestra, a base di tagliolini cotti in brodo di maiale passati in forno con pan grattato e abbondante formaggio o gratinare. È un’antica ricetta romagnola Tipica dell’ Appennino e delle alti valli del Savio e del Bidente.

“Bél e còt”: tipico piatto settembrino, realizzato durante la scannatura del maiale. Molto diffuso nel ravennate e nel territorio di Russi. Il “bel e cot” è salsiccia composta da carni suine di scarto, particolarmente ricche di lardo, cotta nell’acqua.

Bella di Cesena: esportata in tutta Europa, la Pesca Nettarina IGP (vedi voce successiva), tipica delle compagne cesenati, è particolarmente sugosa e dolce.

Besciamella: deliziosa crema tradizionale realizzata con latte, burro, farina e un pizzico di sale è usata per farcire la pasta sfoglia di lasagne e cannelloni, cotti al forno con abbondante ragù oppure con erbette e salsa di pomodoro.

Bracciatelli: nella tradizione romagnola vengono regalati ai cresimandi come bracciali e collane, i bracciatelli sono tipici biscotti col buco delle feste, preparati con farina, uova, latte, zucchero e strutto.

“Burlèngh” o Burlengo: dolce simile al Migliaccio, a base di riso cotto nel latte è preparato con farina bianca o gialla o di castagne, zucchero, cioccolato, mandorle, pinoli, nocciole, fichi secchi, uva passa, Saba o marmellata di cotogne e miele e due mestoli di sangue di maiale.

Bursôn: si ottiene dalle uve del vitigno autoctono Longanesi della zona di Bagnacavallo vinificate in purezza. Intenso e persistente nel gusto si accompagna bene ai piatti particolarmente saporiti.

“Bustrengh”: dolce antico di Romagna a base di pan grattato, farina bianca o gialla, latte, uovo, riso, zucchero, strutto, olio o burro, mele, uvetta e frutta secca. Diffuso soprattutto nell’alta Valle del Savio e del Rubicone e nel Montefeltro.

“Buzega”: questo tipico minestrone delle colline romagnole viene preparato durante l’inverno spesso arricchito con le verdure di stagione. È una minestra a base di fagioli, castagne secche, patate e soffritto di cipolla con conserva di pomodoro.

Brulé (Vin): il Vin Brulé è una bevanda, a base di vino rosso robusto, speziato con cannella, chiodi di garofano, noce moscata e scorza di limone. Aggiunto lo zucchero, il vino è portato a ebollizione e gustato caldo. Viene preparato prevalentemente in inverno.

C

Cagnina: la Cagnina di Romagna DOC si ottiene per vinificazione di uve di Refosco dal Peduncolo Rosso probabilmente introdotto dai Bizantini. È un vino tipico della stagione autunnale, consumato giovane, in genere accompagnato con castagne.

Cannelloni: piatto a base di pasta sfoglia, tagliata in rettangoli, scottata in acqua, farcita con besciamella ed erbette e arrotolata. Posti in una terrina, i cannelloni sono cosparsi di sugo, formaggio e cotti al forno.

Cantarelle: si prepara una pastella con farina gialla e bianca, acqua,latte e, cotta su una piastra o su una .teglia, si condisce col sale oppure con miele, saba o savor e marmellate. É un piatto povero, ideale per le merende, che può essere gustato sia dolce sia salato.

Cappelletti: minestra tipica della tradizione che, nella sua versione originale, è ripiena di formaggi e ricotta. Nei secoli, in alcune zone, il ripieno è stato arricchito con carne. visualizza scheda >>

Carciofo Moretto: matura nel periodo estivo, offrendo un’aroma forte e persistente al palato. Tipico della Valle del Lamone, coltivato sin dall’antichità è ottimo se consumato crudo con olio di Brisighella. visualizza scheda >>

Cardi: fiore dal retrogusto amarognolo, utilizzato nelle cucine romagnole per preparare deliziose frittelle oppure in umido con conserva di pomodoro. Anticamente le azdòre facevano saltare in padella i cardi sbollentati, insieme allo strutto e all’uva bianca lasciata ad appassire dopo la vendemmia, per mitigare il sapore amaro del cardo.

Casatella: formaggio fresco romagnolo dalla pasta tenera e grassa, la casatella è ricavata da latte vaccino pastorizzato, cui vengono aggiunti caglio e fermenti lattici. Ottima con i fichi caramellati e con la Saba, ma tradizionalmente si consuma con la piadina, i salumi e la rucola.

Casadello: antico dolce delle feste ottenuto unendo il latte, lo zucchero, tanti tuorli d’uovo, la vaniglia, la noce moscata e appena un po’ di albume montato a neve. Il preparato veniva posto in una terrina su una base di pasta d’acqua e farina e cotto in forno.

Cassone:da cui deriva anche il crescione (variante che prende il nome dall’omonima erbetta) è una piadina romagnola farcita e chiusa a mezza luna cotta sulla teglia. In genere la farcitura era a base di erbette di campo ed erbe spontanee.

Castagna o Marrone: frutto tipico autunnale dell’Appennino, la castagna ha una polpa bianca, dolce e delicata e si presta a numerosi utilizzi in cucina. Se ne ricavano creme, castagne glassate, farine per preparare dolci, polenta, minestre e focacce. Il più pregiato è il Marrone di Castel del Rio IGP.

Castagnaccio: dolce tipico autunnale degli Appennini, a base di farina di castagne. In tempi di povertà il Castagnaccio veniva preparato solo con farina di castagne acqua e strutto, a cui successivamente la tradizione aggiunge zucchero, noci, uvetta, mandorle, pinoli, fichi secchi e un bicchierino di Alchermes.

Castagnole: dolce tipico o di carnevale, a base di uova, farina, zucchero, burro e liquore a piacere. Dall’impasto molle si ricavano palline poco più grandi di una castagna che vengono gettate nell’olio. Terminata la frittura si cosparge un’abbondante pioggia di zucchero a velo.

Castrato: carne di bue maschio castrato, macellato a due anni di età. La carne di castrato, grassa e rossa, deve essere frollata per circa una settimana.

Ciacci: piatto semplice della tradizione romagnola a base di morbida crema di ricotta di mucca, latte, farina e sale, fritta nel burro.

Ciambella: dolce simbolo della Romagna, estremamente semplice, preparata impastando farina, zucchero, uova, burro o margarina e scorza di limone. Una volta cotta nella sua classica forma ovoidale allungata, la ciambella è cosparsa di zucchero in granelli.

Ciambelli della croce o “Brazadéll da la crós”: specialità tipica della zona di Castel Bolognese sono biscotti semplici ottenuti impastando farina bianca, acqua e sale. Si ricavano dei dischetti che vengono poi rinforzati da una croce e cotti in forno a legna. visualizza scheda >>

Ciavar: Tipico di Santa Sofia è fratello della salsiccia matta. Preparato con gli scarti del maiale, con l’aggiunta di Sangiovese, il Ciavar è utilizzato anche per preparare gustosi ragù.

Cicale: sono le Canocchie, tradizionalmente lessate o cotte in “gardella”, che Pellegrino Artusi preferiva ripiene di un battuto d’aglio e prezzemolo, condite con olio, pepe e sale.

Ciccioli o grasùl: introvabili in altre regioni italiane, i ciccioli, croccanti e friabili aperitivi sono preparati con gli scarti del suino, poiché in Romagna del maiale non si butta via niente.

Cotiche coi fagioli: piatto a base di cotenna di prosciutto di maiale cotta con aglio e salvia, cannellini bolliti e salsa di pomodoro.

Cotognata: tipica della Valle del Senio è una marmellata settembrina di mele e pere cotogne cotte con la buccia in abbondante Saba, pezzetti di limone, cannella e un po’ di zucchero.

Croccante: diffusissimo dolce a base di mandorle dolci.

Cucciarole: castagne secche, consumate o così o cotte su un battuto cipolla e odori, per ottenere una cremosa e nutriente minestra.

Curzul: primo piatto, ormai dimenticato, preparato con una sfoglio spessa di acqua e farina, stesa col matterello e tagliata in quadrati grossi, poi arrotolati e gettati in acqua e sale. Il condimento consueto dei Curzul era a base di scalogno e pancetta soffritti e conserva di pomodoro.

D

Decimello: prodotto nella zona di Bagnacavallo, il decimello è un vino dolce, giallo clorato dal profumo intenso, ottenuto per vinificazione di uve bianche stramature e lasciate passire di Trebbiano (95%). Il decimello si accompagna a pasticceria secca e a formaggi erborinati.

Donzelline: è una pasta di farina, strutto, latte e sale, talora arricchita con le uova o aromatizzata con salvia tritata o vino bianco veniva stesa, tagliata a listarelle, fritta nello strutto e servita con salumi, formaggi o fritto. Ricetta di terra e di mare, nata per supplire alla carenza del pane.

F

Fave e favette: dolce tipico romagnolo novembrino. Gli ingredienti base sono: farina, zucchero, noci, mandorle dolci, uova, alchermes (o altro liquore).

Formaggio di fossa: celebre cacio di latte ovino o vaccino, caglio e fermenti stagionato in fosse di tufo per almeno tre mesi, avvolto in tele grezze. È la fermentazione anaerobica che avviene all’interno delle fosse a conferire al formaggio il suo tipico aroma e a renderlo particolarmente digeribile.

Frappe: sfizioso dolce carnevalesco. Si friggono strisce arricciate di sfoglia di uova, farina, zucchero, strutto e si cospargono di zucchero a velo e alchermes.

“Fré e frèt”: i frati fritti sono un altro dolce di carnevale. Si impastano latte, uova, farina e uvetta e si versa col cucchiaio in padella a friggere nello strutto.

Frutti Dimenticati: azzeruolo, corniola, corbezzolo, cotogna ed altri sono specie di frutti quasi scomparse, legate ad un’economia agricola di sussistenza. A loro è dedicata la festa in ottobre a Casola Valsenio. visualizza scheda >>

Fusaie: dolcetti tipici del ravennate sono piccole palline ricavate dall’impasto di farina bianca, gialla, talora farina di Castagne, latte, strutto, e lievito, cotte nel forno.

G

Gialletti: piccoli panini dolci, preparati al forno con farina gialla, farina bianca, burro, uova, zucchero, zibibbo e uvette.

“Giugét”: antica minestra della tradizione povera contadina. In un brodo di verdure e fagioli veniva gettata una pasta grossa e ruvida, a base di farine miste e acqua, in forma di cubettini, e lasciata cuocere fino a che la minestra non diventava densa.

“Gnéz”: gnocchi preparati con un impasto di acqua e farine miste, cotti in acqua e sale. Possono essere conditi con soffritto di cipolla e pancetta o con sugo di pomodoro e fagioli.

Gota: Salame molto grasso e saporito, che viene utilizzato per insaporire diversi piatti romagnoli la gota è salume realizzato con la guancia del maiale.

I

Insalata di “purèt”: L’insalata dei poveri, realizzata con piante selvatiche cresciute lungo fossi e strade. Radicchio, rucola selvatica, rosole, pimpinella, tarassaco con olio, aceto e sale, cui si aggiungono anche bruciatini di pancetta.

L

Lasagne: primo piatto al forno a base di pasta tirata al mattarello. Scottati in acqua bollente e stesi in una terrina, sui quadrati di pasta si versano alternati besciamella, ragù e formaggio grattugiato.

Latteruolo o lateròl: dolce a base di latte, zucchero, rosso d ‘uovo in abbondanza e poco albume montato a neve in odor di vaniglia.

M

Malfattini: preparato l’impasto per le tagliatelle, si ricavano dei piccolissimi cubettini di pasta che si gradiscono in brodo o asciutti.

Maltagliati: dallo stesso impasto per malfattini e tagliatelle si ricavano piccoli rombi di pasta. Nella tradizione i malfattini venivano fatti cuocere in pentola insieme a un soffritto di cipolla, in olio d’oliva
o strutto, e fagioli bianchi insieme ad acqua e sale, fino a raggiungere una discreta densità.

Manfrigoli: piatto del tutto simile ai precedenti, che si distingue per la minutezza della pasta, tagliata a coltello, che viene gettata in un brodo a base di carne di manzo e gallina. Spesso in passato i manfrigoli venivano preparati e serviti in brodo di carni e ossa suine.

Melanzana violetta: quella romagnola è allungata e ha la polpa leggermente piccante.

Miacetto: antichissimo dolce cattolichino, proposto durante le feste natalizie. È preparato al forno con un impasto di farina, acqua e olio d’oliva, cannella, scorza di limone e arancia, un pizzico di sale, mandorle, noci, pinoli e uvetta, miele e cruschello.

Migliaccio o Sanguinaccio: è il tradizionale dolce preparato con il sangue di maiale, ancora in uso nelle case dei norcini romagnoli. Il dolce si prepara con latte, aromatizzato con scorze di limone e cedro grattugiate, cioccolato, zucchero, miele, pan grattato, noce moscata e naturalmente il sangue del maiale. Cotto lentamente a bagnomaria, il Migliaccio resta poi per circa due ore in forno.

Mora Romagnola: razza suina autoctona di Romagna, dal manto scuro. Le sue carni sono molto più saporite e gustose, ma più grasse. visualizza scheda >>

O

Olio di Oliva di Rimini: l’Olio extravergine d’oliva dei Colli di Rimini ha ottenuto la DOP, per la sua delicatezza e il suo gradevole sapore, leggermente fruttato. Questo olio ha un tasso di acidità molto basso e ottime qualità organolettiche.

Olio di Oliva di Brisighella: olio che vanta la denominazione DOP, esiste anche nella versione “Cru” e deriva da oliveti selezionati dal punto di vista produttivo e fitopatologico. L’aroma è intenso, delicato e lievemente mandorlato. visualizza scheda >>

Orecchioni: sono i cappelletti della buona tradizione romagnola, ripieni di ricotta e grana e conditi con ragù di carne.

Ostriche cattolichine: frutto di mare prelibato, da gustare crudo. Il periodo migliore per assaggiare questa specialità cattolichina va da Ottobre a Marzo.

P

Pagadebit: vino bianco secco, ricavato dal vitigno Bombino Bianco, giallo chiaro, con riflessi verdognoli, il Pagadebit di Romagna DOC si accompagna bene con i contorni e con i salumi.

Pagnotta: dolce pasquale per antonomasia dell’alta Valle del Savio. La si prepara con un impasto a base di farina, zucchero, margarina, uova, uva sultanina, scorza di limone, vaniglia e lievito di birra.

Panata: minestra legata alle festività pasquali. Nel brodo si riversa un’imposta di pane raffermo e formaggio stagionato grattugiati, uova, sale e noce moscata. Mescolando si genera un pulviscolo di questa pasta in brodo.

Pancotto: piatto di tradizione povera che riutilizza il pane raffermo. Cotto nell’acqua con il sale, sul pancotto si versava olio extravergine di oliva, una grattata di formaggio stagionato e aglio.

Passatelli: Si prepara un impasto di pan grattato, formaggio grattugiato e uova, aromatizzato con noce moscata o pepe. Si passa l’impasto dallo schiacciapatate direttamente in un brodo di carne di manzo, gallina e cappone. visualizza scheda >>

Pasta e fagioli: piatto montanaro, ancora oggi molto in uso, di fagioli cotti negli odori e quadratini di pasta sfoglia grossa.

Pera: frutto aromatico e zuccherino a basso contenuto calorico. La Pera di Romagna IGP viene esportata in tutta Europa.

Pera Cocomerina: è una varietà di pera dalle origini antiche, che ha ottenuto il marchio IGP ed è Presidio Slow Food nella zona di Montecoronaro di Verghereto. Il nome della pera deriva dalla colorazione di buccia e polpa. Il frutto è piccolo, dall’aroma intenso e dà i suoi migliori frutti o settembre.

Pesca nettarina: tra le migliori d’Italia, la Pesca di Romagna è una IGP.

Pesce Azzurro: piccolo pesce argenteo che abbonda nel mare Adriatico e sulle tavole romagnole.

Pésche: dolce delle feste tipico di Romagna composto da due biscotti a semisfera, scavati all’interno (in cottura si usa porre il guscio di una mezza noce per ottenere l’ incavo per la farcitura) e ripieni di crema, che sono poi chiusi, bagnati nell’Alchermes e ricoperti di zucchero.

Pida, Piè, Piada: acque, farina, dose, sale, (miele) sono gli ingredienti per preparare la piadina romagnola.

Prugnolo: fungo pregiato che cresce spontaneo in collina e in montagna, tra la primavera e l’estate. Le sue carni, bianco avorio, sono carnose, saporite e profumate.

R

Ravigiolo: ottimo con la piadina calda o un filo d’olio d’oliva. Il raveggiolo è un formaggio fresco, ottenuto, fra ottobre e marzo, da latte vaccino di prima mungitura, caglio e sale.

Rosolio: liquore a base di alcool, zucchero, vaniglia e petali di rose, molto usato in Romagna nella preparazione dei dolci, in alternativa all’Alchermes.

S

Saba o Sapa: salsa ottenuta dal mosto d’uva bianca. È uno sciroppo d’uva lasciata fermentare e poi cotta sul fuoco. Dall’aroma inconfondibile è utilizzato per la preparazione di dolci. visualizza scheda >>

Sabadoni: tortelli ripieni, realizzati con un impasto di farina e acqua. La farcia è composta da castagne lessate schiacciate (tradizionalmente insieme ai fagioli), aromatizzate con scorza di limone grattugiata e Saba.

Salame Matto: pietanza povera, realizzata con un impasto di pane raffermo grattugiato, formaggio, avanzi di carni lessate o di salumi, profumato con noce moscata e scorza
di limone.

Sale dolce di Cervia: l’oro bianco delle Saline di Cervia è caratterizzato dalla purezza e dalla dolcezza, poiché proviene da buone acque, ricche bromo, calcio, iodio, magnesio e potassio. visualizza scheda >>

Salsiccia Matta: pietanza della tradizione povera, preparata quando si scannava il maiale. In un budello venivano poste le carni grasse di scarto del maiale macinate e la si cuoceva sulla graticola.

Sambudello: simile alla salsiccia matta, questo salume viene preparato con la lingua, la gota, la testa, la milza e il polmone di maiale macinati. Lasciato stagionare il Sambudello si consuma fresco e sott’olio, oppure viene preparato anche sulla griglia.

Sangiovese: vino simbolo della Romagna, rosso rubino, dal sapore asciutto e leggermente tannico. Il Sangiovese è prodotto in numerose tipologie DOC e IGT, si accompagna bene con tutti i primi di tradizione romagnola; il Superiore con carni rosse, cacciagione e umidi.

Sarde: pesce azzurro molto diffuso nella gastronomia marinara. In genere le sarde vengono pulite, fritte o arrostite sulla gratella o in graticola.

Savor: nutriente composta, preparata subito dopo lo vendemmia, con la Saba e il mosto di uva nera cotta, cui sono aggiunti frutti di stagione: mele e pere, mele e pere cotogne e frutta secca: albicocche, fichi e anche bucce di frutti estivi essiccate (arricchita da noci, pinoli, mandorle e nocciole).

Scalogno: “parente” di aglio e cipolla, venne introdotto in Romagna dalle popolazioni Celtiche. Il suo sapore è forte e aromatico. Viene consumato sott’olio, sott’aceto e anche a crudo. visualizza scheda >>

Squacquerone: formaggio cremoso, dolce e acidulo al contempo. Immancabile sulle tavole romagnole, da gustare con piadina e salumi e con una generosa porzione di rucola. Lo Squacquerone si ottiene da latte vaccino intero crudo, fermenti selezionati e caglio. visualizza scheda >>

Strichetti: pasta ottenuta dalla sfoglia tradizionale degli strozzapreti. Tagliata a strisce grosse di pasta arrotolate su se stesse a mo’ di strozzapreti. Ottima se condita con salsiccia e spinaci, che possono anche essere inglobati nell’impasto.

Stridoli: erba spontanea, cresce dai monti fino alla riviera, in primavera e in estate. In Romagna è uso raccogliere le foglie tenere dello stridolo per preparare sughi.

Strozzapreti: piatto classico realizzato con sola farina e acqua. Realizzato l’impasto, si tira la sfoglia e si tagliano listarelle sottili che, passate tra le mani, sono arrotolate in forma di grossi spaghetti corti.

“Sugal”: antico dolce preparato con la Saba. Messa a cuocere la salsa, si versa a pioggia farina gialla e bianca, zucchero, mele cotogne a pezzetti, fiori d’anice e scorza di limone. Il dolce richiede quasi due ore di cottura e mescolate continue. Una volta raffreddato, lo si può servire e gustare al cucchiaio.

T

“Tajadeli”: nome dialettale delle tagliatelle. Uova, farina, acqua, strutto o olio e un pizzico di sale, per preparare il piatto principe della tavola romagnola.

Taglierini: così vengono chiamati i tagliolini, pasta tipica preparata come le tagliatelle ma in strisce più sottili, gustata in brodo e asciutta.

Tartufo Bianco della valle del Montone: pregiato tubero che vive nel sottosuolo caratterizzato dal profumo aromatico e dal singolare sapore. La crescita casuale, che sfugge al controllo dell’uomo lo rende molto raro ed ambito. visualizza scheda >>

“Tòcc sa i fasul”: umido di salsiccia e fagioli è un piatto ancora preparato nelle case. La base è composta da un soffritto di cipolle o scalogno, cui è aggiunta la salsiccia sbriciolata, aglio e odori. Dopo Una buona cottura vengono aggiunti i fagioli, precedentemente lessati.

Tortelli: primo piatto romagnolo ripieno, a base di pasta sfoglio tirata al mattarello farcita con formaggi freschi, spinaci o erbette.

Tortelli alla lastra: tipico piatto dell’Appennino, realizzato con un impasto di farina, acqua e sale. Tirata la sfoglia, si stende in maniera omogenea una farcia a base di patate e zucca, si chiude la pasta e si tagliano tanti quadrati, che sono poi cotti sulla lastra o piastra.

Trebbiano: vino bianco leggero e delicato, dal sapore sapido, si accompagna bene con i piatti a base di pesce. Viene prodotto in diverse tipologie DOC e IGT.

Trippa: ricco piatto Popolare, a base di trippa di manzo e di vitello. Una volta lessate le carni, si ripongono su un soffritto di cipolle, aglio e odori e si lasciano cucinare generosamente, aggiungendo brodo o acqua, infine salsa di pomodoro o conserva.

U

Uomini nudi: piatto della tradizione povera marinara. Minuscoli pesciolini bianchi che rimanevano impigliati sul fondo delle rete a strascico, sono ripuliti e fritti nell’olio, conditi e mangiati a scottadito.

V

Vacca Bianca Razza Romagnola: la razza autoctona di Romagna è il Vitellone Bianco dell’ Appennino Centrale IGP. Un tempo l’animale veniva impiegato per lavorare nei campi, oggi viene allevato per le sue ottime carni. visualizza scheda >>

Z

Zabaione: tradizionale merenda proposta dalle nonne e dalle mogli per “tirarsi su”,a base di tuorlo d’uovo mescolato con lo zucchero e albumi montati a neve. Una morbida spuma che, a colazione, veniva arricchita dal caffè.

Zabaione (liquore di): si fa bollire il latte, con una stecca di vaniglia, cacao e zucchero. Una volta raffreddato il latte, vi si uniscono Marsala, alcool e tuorli d’uovo sbattuti.

Zalet: dolci gallette, legate ai momenti di festa preparate con un impasto di farine gialla e bianca, burro, scorza di limone e uova. Tirata al matterello la pasta si taglia in quadretti e si passa in forno.

Zucca: frutto di diverse piante appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae. La zucca è comunemente usata nella cucina romagnola: oltre alla polpa, della zucca si mangiano i fiori ed i semi, opportunamente salati. È un ortaggio che si presta a mille ricette. visualizza scheda >>

Zuppa inglese: dolce al cucchiaio tradizionale romagnolo, preparato con pan di spagna o savoiardi, bagnati nell‘alchermes, ricoperti di crema. Si possono sovrapporre più strati, a piacere, ed infine si cosparge il dolce col cacao.

 
     

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